Il settore primario, cioè l'agricoltura e l'allevamento, non si chiama primario per niente. Eppure viene snobbato dai cittadini, che preferiscono mangiare a occhi chiusi i prodotti di qualcun altro, affamati di certificazioni e di marchi di qualità.
L'agricoltura viene snobbata anche dalle leggi del mercato e del lavoro: fare l'impiegato (cioè non fare una benemerita ...) rende di più che coltivare la terra e produrre il cibo, un bene essenziale.
1- L'unico modo per guadagnare con l'agricoltura o con l'allevamento del bestiame è ottimizzare al massimo la resa, cioè attuare metodi poco ortodossi per aumentare la produzione. Così i polli vengono stipati in condizioni allucinanti, i vigneti vengono cosparsi di metalli, negli orti prendono piede gli ogm, ect ect ect...
2- L'unica maniera per cui l'agricoltura diventa un lavoro conveniente ma etico è l'autosostentamento: sei costretto a non avvelenare la terra, perchè dopo ne dovrai mangiare i frutti. Il lavoro potrà essere faticoso, ma lo fai per autosostenerti e quindi c'è una forte motivazione.
3- Allevare animali in cattività implica diversi fattori negativi, come dover fecondare continuamente le mucche per avere il latte e macellare gli animali poco redittizi. Quindi sarebbe preferibile limitare il numero di animali e concentrarsi sull'agricoltura.
Teoricamente, bisogna solo coltivare un pezzo di terra e raccogliere i frutti. La prima problematica che salta fuori, però, è la difesa del raccolto. Ci sono tre minacce: parassiti (ma non vuoi usare i pesticidi), animali selvatici (allora devi recintare tutto) e ladri (sei costretto ad abitare vicino al campo).
La seconda problematica è la concimazione. Per avere concime naturale hai bisogno anche di bestie, se non ce le hai puoi attuare solo la rotazione delle colture e scegliere piante che crescono anche in condizioni disagiate. Come le cipolle.
Per autosostenerti, però, hai bisogno anche di legumi (proteine), patate (amido), carote (vitamine). cereali...
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